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Corpo inibito – Il blocco psicosomatico collettivo della pancia

Corpo inibito - Il blocco psicosomatico collettivo della pancia - Mindfulness Sardegna

A questo punto del nostro percorso attraverso i blocchi psicosomatici collettivi ci ritroviamo ad indagare le conseguenze sul corpo e sulle sue componenti istintive. Ricordiamo che nella nostra società il blocco del sé rende il cuore chiuso, e quindi l’impossibilità di vivere spontaneamente tutto il proprio essere, in cui un elemento fondamentale è il proprio corpo. I vissuti corporei, gli istinti corporei e le emozioni più primitive hanno un centro percepito dalla persone nella zona della pancia. Con questo blocco il corpo non è più vissuto pienamente dalla persona, non viene riempito dalla coscienza di sé in modo totale, ma subisce delle restrizioni, dei blocchi della sua energia e della coscienza.

Un corpo senza piacere e inibito

Quando il nostro sé non è alla guida della nostra vita, la personalità o ego prende il suo posto e le persone vivono il corpo come una macchina da comandare, da guidare, controllare ed inibire. È molto semplice da capire: se il fluire naturale della nostra vita si interrompe e viene sostituito da un calcolatore che si basa su schemi originati nel passato, il corpo viene controllato da questo e non può che eseguire i comandi che gli vengono imposti. Alla spontaneità del corpo vengono sostituiti gli ordini della testa.

A questo modo di relazionarsi al proprio corpo è associata la mancanza di piacere. Il piacere corporeo è, per una persona pienamente sana, un elemento di base del proprio vissuto, che si esprime con la piacevolezza di muoversi, respirare, star fermo, lavorare, in ogni attività quotidiana. L’inibizione del piacere riduce la capacità di vivere nel presente, di assaporare il senso della vita che scorre attraverso il nostro corpo.

Quando ogni funzione corporea di base subisce l’influenza del controllo mentale (mangiare, dormire, evacuare, giocare, lavorare, fare l’amore, rilassarci) queste esperienze che sono naturalmente piacevoli divengono rigide, innaturali, meccaniche, ripetitive, e in ultima analisi insoddisfacenti. La persona diventa spenta, grigia, prevedibile.

Nella nostra vita quotidiana è facile osservare l’enorme riduzione di piacere corporeo. Ci muoviamo in base a schemi, ruoli o immagini che vogliamo costruire. Le persone usano il proprio corpo spesso come una figura da mostrare, ben abbronzato, tonico, magro, ma senza anima. Mangiamo in base ad orari spesso imposti dal nostro ruolo nella società e non quando abbiamo fame, e quando lo facciamo mangiamo quel che pensiamo piuttosto che ciò che il nostro corpo richiede. Facciamo l’amore in modo disarticolato, spesso senza cuore, oppure senza pieno piacere e libertà, a volte per dipendenza, quasi mai per unirci a noi stessi e all’altro. Non rispettiamo i cicli sonno-veglia, quasi sempre ordinandoli in modo fuorviante rispetto alla luce solare. Lavoriamo perché la nostra mente ci dice di farlo e non per essere creativi nel mondo. Il gioco è spesso negato agli adulti, che si assume dovrebbero essere seri, composti, rispettabili. Costringiamo il corpo ad evacuare a comando e non rispettiamo i suoi stimoli. La nostra mente sovraccarica il nostro corpo di stimoli stressanti, riducendo fortemente la possibilità di rilassarci.

È facile comprendere che in queste condizioni le persone vivono stress, mancanza di piacere fino al dolore, mancanza di motivazione, abbassamento dell’umore, difficolta digestive, disturbi del sonno, tensioni muscolari, disturbi psicosomatici, fino a sviluppare sintomi fisici e mentali. Ricordiamo che l’abbassamento di piacere corporeo è implicato in quasi tutti i disturbi mentali.

Inibizione e blocchi psicosomatici

Per controllare il corpo la mente opera principalmente attraverso l’inibizione delle funzioni corporee e dei suoi vissuti. Non solo le funzioni ma anche le emozioni, gli istinti e la coscienza corporea ne restano inibiti, costretti. Le persone quindi vivono un corpo che contiene una infinità di emozioni quali rabbia, paura, tristezza, vergogna, felicità, istinti come quello della fame, del sonno, della difesa del territorio, del sesso, ma di cui sono inconsapevoli, perché la coscienza ed energia corporea non riesce più ad espandersi pienamente.

L’inibizione è alla base dei blocchi psicosomatici, che si esprimono in modo molto chiaro nel corpo: alterazioni del respiro, della tonicità dei muscoli, della postura, della voce, e molto altro. La liberazione dai blocchi psicosomatici libera l’energia e la coscienza del corpo, generando un torrente di energia che riesce ad riacquistare spazio nella pancia, nel cuore e nella testa della persona, negli istinti, nelle emozioni e nel pensiero, permettendogli di sostenerla nell’essere se stessa.

Il piacere va bene

Come tutte le altre funzioni di base del corpo, il rilassamento è fonte di piacere, ci permette di stare nel corpo con una energia fluida, spesso calda, avvolgente, rassicurante e gratificante. L’attivazione del piacere corporeo e dell’energia corporea di base ci permette di creare armonia nelle fasi di attivazione e disattivazione del corpo, attività e rilassamento, produzione e stasi, veglia e sonno, carica sessuale e scarica sessuale, in ogni fase della nostra vita.

Le nostre funzioni corporee tendono ad una omeostasi, il cui equilibrio è associato il piacere, e il disequilibrio al dispiacere e allo stress. Perciò se siamo troppo carichi di attività, il corpo ci chiederà di rilassarci, oppure se facciamo troppo poco l’amore è necessario tornare ad ascoltare il desiderio sessuale.

Tornare alla saggezza del corpo

Uno dei fondamenti della mindfulness è la consapevolezza del corpo. Il corpo è la base della nostra identità, tutti noi sappiamo di esistere proprio perché viviamo nel corpo. Sappiamo che il corpo è parte essenziale della nostra identità. Inoltre il corpo è il nostro indicatore del piacere e del dispiacere, del nostro star bene o star male. Per questo è fondamentale tornare ad ascoltare al corpo e sviluppare centratura nel corpo, cioè la possibilità per l’attenzione di ancorarsi al corpo piuttosto che alla mente.

Una volta tornati ad ascoltare il corpo sarà più semplice orientarsi nelle nostre difficoltà, perché tutte le nostre emozioni, blocchi, pensieri, si esprimono attraverso il corpo. Potremo quindi iniziare ad esplorare e conoscere le nostre risorse ed i limiti attraverso un ascolto consapevole, nel momento presente, ancorato alla nostra identità, permettendoci di recuperare le parti inconsapevoli, accedendo alla nostra spontaneità ed iniziando a nutrire il nostro sé, permettendoci di tornare ad essere chi siamo veramente.

Gianluca Ostuni
Gianluca Ostuni
Psicologo, Insegnante MBSR qualificato presso il Center for Mindfulness UMass (fondato da Jon Kabat-Zinn), Insegnante di Mindfulness Psicosomatica.

2 Comments

  1. Gianmarco ha detto:

    Complimenti

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