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Lacrime calde – Il sistema della sofferenza

tristezza

In questo post vi proponiamo informazioni molto importanti per la nostra salute psicologica. Continuiamo quindi il viaggio all’interno dei processi emotivi primari dell’uomo con uno dei più importanti circuiti, quello della Sofferenza. Questo sistema è talmente importante da essere considerato critico per lo sviluppo della salute mentale o viceversa della profonda sofferenza mentale. Questi meccanismi neuronali, collegati all’ansia da separazione, sono ritenuti in grado di aprire le porte della sofferenza umana.

In un precedente post abbiamo trattato il sistema della Cura / Affetto, mostrando come esso sia fondamentale nella relazione caregiver – bambino, base che sostiene la sua crescita fisica e mentale, oltre che la sua salute psicosomatica. Adesso possiamo vedere anche il lato oscuro di questo sistema, infatti “è sempre più chiaro che le madri e gli altri cari sono le sole persone che possono offrirci il dono di una vita felice” (Panksepp, 2014). I nostri legami sociali precoci, se sono vissuti come saldi e sicuri, alimentano la nostra salute psicologica per tutta la vita (Bowlby, 1980).

Questi legami sono così importanti che senza l’aiuto di una cura stabile e di legami sicuri con le persone amate, i piccoli si struggerebbero e morirebbero, proprio come molto probabilmente è accaduto in Irlanda, qualche decennio fa, a causa della mancanza di questi affetti di base.

Le basi neurochimiche della Sofferenza

Grazie agli studi delle neuroscienze è divenuto chiaro come condividiamo sicuramente buona parte dei circuiti cerebrali della sofferenza con gli altri mammiferi. Negli essere umani il circuito è composto dalla corteccia cingolata anteriore, il talamo dorsomediale, il grigio periacqueduttale, alcune regioni antiche del cervelletto. L’attivazione di questo circuito è la base di tutte le esperienze più complesse di sofferenza emotiva, ansia da separazione, tristezza, isolamento sociale, molte forme di depressione e di attacchi di panico.

Ancora una volta questo circuito emotivo è collocato sotto la volta pensante corticale, nelle antiche regioni cerebrali. Ciò significa che queste emozioni, che ci spingono ad agire, sono molto più potenti e fondamentali dei nostri pensieri più elaborati.

 

tristezza sofferenza - Mindfulness Sardegna

Il sistema della Sofferenza ha due facce opposte:

a) La sua attivazione ci fa sentire desolati ed infelici, ed attiva la spinta verso il ricongiungimento. Questa attivazione è collegata a bassi livelli di oppioidi endogeni.

b) Quando l’afflizione è alleviata sentiamo un senso di conforto e sicurezza, probabilmente grazie al rilascio delle sostanze chimiche della Cura (ossitocina, oppioidi endogeni, prolattina cerebrale).

Facciamo un esempio: se vostro figlio di 3 anni si perde al supermercato, molto probabilmente inizierà a piangere, correre freneticamente, richiamare l’attenzione. Questa è l’attivazione della parte A del sistema. Quando, per vostra e sua fortuna, riuscirete a ritrovarlo e ad abbracciarlo, gradualmente si calmerà, smetterà di piangere, si rilasserà e sperimenterà il piacere del conforto e della sicurezza della vostra presenza. Questa è la parte B del sistema. Notate come questo processo ha richiesto il vostro intervento, quindi l’attivazione del vostro sistema della Cura.

Lacrime calde o lacrime amare?

Considerando quindi questo semplice esempio, possiamo chiederci cosa potrebbe accadere se la madre non risponderebbe in modo adeguato alla richiesta di sicurezza e conforto del figlio. È stato grazie allo studio di questo sistema che alcuni ricercatori sono giunti a comprendere per la prima volta l’anatomia e la chimica del dolore psichico che può portare alla depressione. Quando i bambini piccoli ricevono poche cure – ad esempio sono abbandonati, trascurati, o subiscono abusi (anche fisici, come picchiarli) – in essi persiste un continuo senso d’insicurezza e insoddisfazione che sorge da questi circuiti che possono promuovere problemi di personalità per tutta la vita, o disturbi depressivi, anche cronici. Purtroppo le deprivazioni emotive infantili hanno anche effetti transgenerazionali, tendiamo a farci influenzare in modi diversi dai nostri primi rapporti con i genitori anche se le loro cure erano scarse, inadatte, abusanti.

Le conseguenze psichiatriche della negligenza emotiva nei confronti di un bambino, e ancor di più dell’abuso, sono enormi.

Oppioidi nelle relazioni

Ma come è possibile che le relazioni siano così influenti sulla nostra vita? Probabilmente ciò avviene anche attraverso la stimolazione di specifiche sostanze.

La ricerca ha dimostrato che gli oppioidi endogeni, sostanze chimiche prodotte dal cervello, rendono gli adulti felici, in pace con se stessi, rilassati e fiduciosi, che è proprio ciò che ci manca quando siamo inconsolabilmente tristi! Ci è quindi utile sapere che queste sostanze possono essere stimolate attraverso il calore corporeo (per esempio con gli abbracci o i massaggi), le voci rassicuranti (come gli amici comprensivi), e che i bambini possono godere di altri stimoli come il latte e l’odore materno. In effetti, questi stimoli riguardano tutti le relazioni e prima di tutto le relazioni con la madre.

Di particolare importanza è il l’effetto rassicurante del tatto, che è una componente essenziale della relazione genitore-figlio oltreché dei percorsi di promozione della salute individuali e di gruppo che promuoviamo presso il nostro centro.

Inoltre, le interazioni sociali positive permettono di rilasciare le stesse sostanze, un aspetto fondamentale per il nostro benessere emotivo. Anche in questo caso possiamo notare come nel rapporto fra terapeuta e paziente questo elemento è molto stimolato.

 

equilibrio disequilibrio - Mindfulness Sardegna

Equilibrio o disequilibrio?

Abbiamo parlato di come questo sistema ci spinga a creare buoni legami sociali, ridurre la distanza affettiva nelle relazioni, farci comprendere se siamo tristi, se abbiamo bisogno di affetto e amore. Cosa ci accade se compare uno squilibrio in questo sistema?

L’eccessiva attivazione del sistema della sofferenza si esprime nel corpo, come una tensione toracica e riduzione del respiro in questa zona, la tendenza a chiudere le spalle in avanti e a piegarsi su sé stessi, si esprime sul piano emotivo con la tristezza, dolore affettivo, senso di solitudine, e sul piano mentale con pensieri negativi, ruminazione, bassa concentrazione e bassa autostima.

Infine, anche grazie a questo sistema possiamo notare come il nostro benessere sia possibile attraverso un equilibrio psicofisico, che non può basarsi esclusivamente sulle emozioni, siano esse positive o negative. È parimenti importante essere felici quanto essere tristi, a seconda della nostra esperienza. Con la Mindfulness sviluppiamo questa abilità: essere equanimi verso le nostre emozioni. Partecipa ai nostri prossimi incontri gratuiti.

Gianluca Ostuni
Gianluca Ostuni
Psicologo, Insegnante MBSR qualificato presso il Center for Mindfulness UMass (fondato da Jon Kabat-Zinn), Insegnante di Mindfulness Psicosomatica.

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