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Mindfulness e Terrorismo – 5 modi per calmare la paura

terrorismo

I giornali sono pieni di tragedie ogni giorno. Eppure, c’è qualcosa di diverso in quello che è accaduto a Parigi la notte di Venerdì 13 Novembre. Non che fosse peggiore di altri drammi, ma che è molto vicino a casa nostra. Anche se può apparire una scomoda verità, sapere che delle persone compiano un attacco terroristico durante un qualsiasi concerto o una partita di calcio a Parigi, così vicina nel mondo moderno, ci fa più terrore che vedere la stessa cosa accadere in una scuola lontana migliaia e migliaia di chilometri.  Ciò significa che il nostro cervello-mente è alla ricerca di possibili minacce, e un pericolo così vicino, naturalmente, ci riguarda più profondamente. La domanda è: come si fa rimanere nella presenza mentale di fronte a tale tragedia, e come possiamo mantenere i nostri cuori aperti tra emozioni così forti?

Paura, rabbia e odio

Se rimaniamo presenti, o ricordiamo accuratamente di un episodio in cui ci siamo sentiti impauriti, possiamo osservare come la paura porta alla rabbia. Non solo. La rabbia porta all’odio. L’odio porta alla sofferenza. Qualcuno di noi può dire di star bene quando odia?

Paura e rabbia sono due emozioni fortemente collegate, in quanto permettono la sopravvivenza. Ma quando la rabbia non viene sfogata e riequilibrata essa può trasformarsi in odio, un veleno per la nostra consapevolezza.

Questo è il modo in cui nascono razzismo e pregiudizio: permettiamo alle normali reazioni emotive rivolte verso gli individui di trasformarsi in convinzioni su interi gruppi di persone. Ecco perché la consapevolezza è così cruciale. Se noi diamo energia all’odio, ciò non solo causa sofferenza dentro di noi ma fornisce energia anche alla divisione fra gli esseri umani. Avvicinare i nostri sentimenti con l’accettazione, la compassione e l’onestà ci aiuta ad evitare di perdersi in questa spirale distruttiva.

L’accettazione non deve essere passiva

Nonostante l’accettazione dei sentimenti e delle circostanze è importante, ciò non significa “essere uno zerbino”. Non significa che dobbiamo accettare semplicemente che gli eventi negativi possono accadere nel mondo e che non abbiamo alcuna influenza, bensì che possiamo accettare la rabbia, la paura o la tristezza che questo ci comporta, aggiungendo un po ‘di (auto) compassione.

Se ci sentiamo coinvolti in questa ingiustizia, l’accettazione è solo il primo passo. Il passo successivo è quello di agire. Mindfulness non vuol dire stare semplicemente seduti su un cuscino: può anche darci il coraggio di alzarci da quel cuscino e impegnarci con questo mondo.

A cuore aperto anche quando fa male

Anche se è difficile, abbiamo bisogno di darci il permesso di avere il cuore aperto, anche se è un cuore dolorante.

Il dolore innescato da tale tragedia può essere schiacciante. Si può perdere la fiducia nella bontà dell’umanità, o la disperazione per il fatto che non viviamo in un mondo più gentile. Poiché non ci piace sentire queste cose, il nostro istinto è quello di combatterlo ed evitare di ascoltarci. Questo crea solo ulteriori sofferenze.

La pratica della consapevolezza ci aiuta a tenere questa gamma di emozioni con dolcezza. Ci rendiamo conto che non è necessario respingere questi pensieri, emozioni, perché il nostro cuore compassionevole è in grado di tenerli con leggerezza senza trasformarli in verità sul mondo. Rimaniamo nel presente, osserviamo cosa c’è adesso. La nostra paura e la rabbia possono essere così forti da farci dimenticare le cose buone delle persone. Eppure la consapevolezza ci aiuta a rimanere attenti alla realtà del momento presente: le cose terribili accadono, ma lo fanno anche le cose buone.

5 modi per calmare la paura e coltivare la Mindfulness

I°. Noi costruiamo interi mondi con i nostri pensieri e poi viviamo in loro come se fossero concreti. I pensieri sono solo pensieri, non sono la realtà, sono una nostra rappresentazione della realtà. Il pensiero di una pistola non è la pistola. Osserva che in questo momento sei intero e illeso, e intorno a te non c’è nessun pericolo.

II°. Osserva e nota dove ti trovi. A volte può apparirci che la preoccupazione e la paura siano l’unica cosa che esista. Osserva. Guardati intorno. Fai un bel respiro e nota dove ti trovi. L’ansia potrebbe non andare via, ma potrà rimanere una parte della tua esperienza invece di riempire la tua intera consapevolezza.

III°. Nota le tue sensazioni interne. Se l’ansia sta diventando alta, dirigi la tua attenzione alle sensazioni fisiche che stai vivendo. Osserva: dove nel mio corpo sto provando questa ansia, in questo momento? Al petto, allo stomaco, alla gola? Porta la tua attenzione a quelle sensazioni con un dolce curiosità. Osserva come spontaneamente queste sensazioni cambiano senza che tu faccia nient’altro che osservarle.

IV°. Prenditi un minuto o due per notare il tuo momento presente può cambiare la tua giornata. C’è sempre qualcosa di buono nel momento presente. Nota gli alberi e il cielo fuori dalla finestra o sulla strada dove stai passeggiando. Trova qualcosa di bello nella stanza in cui sei – una foto, un colore, un tessuro. Notare quello che vedi e ascoltare quello che ti fa sentire nel corpo può ridurre drasticamente la paura e l’ansia.

V°. Scegli di apprezzare i doni della vita. Riesci a vedere, camminare, parlare o stare in piedi? C’è qualcuno che ti ama e che ami? Provare gratitudine per i regali di tutti i giorni che la vita ci da, aldilà della cortina fumogena della nostra indifferenza, riduce lo stress e ci porta ad un attimo di felicità.

Buona Mindfulness!

Gianluca Ostuni
Gianluca Ostuni
Psicologo, Insegnante MBSR qualificato presso il Center for Mindfulness UMass (fondato da Jon Kabat-Zinn), Insegnante di Mindfulness Psicosomatica.

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