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Rendere la vita consapevole – Mindfulness informale

Rendere la vita consapevole - Mindfulness informale - Mindfulness Sardegna

Nei corsi di Mindfulness apprendiamo quanto sia importante praticare anche nella vita di tutti i giorni. Ma come possiamo portare quella particolare qualità della nostra consapevolezza anche fuori dalla meditazione seduta? Sembra impossibile. Quella calma, quella concentrazione, quel silenzio, non si trovano mai fuori. O forse è possibile? Scopriamo cos’è la mindfulness informale.

Usare la mindfulness nella propria vita quotidiana vuol dire praticare la mindfulness informale. È possibile aiutarci anche nei momenti più semplici o in quelli difficili, usando intenzionalmente questo “strumento” che coltiviamo nei gruppi. Sappiamo che la mindfulness è una consapevolezza in cui siamo attenti, alla nostra esperienza del momento presente, senza giudicare o analizzare. Perciò possiamo scegliere qualsiasi esperienza e diventarne, semplicemente, consapevoli attimo per attimo.

La pratica della mindfulness informale aiuta a ridurre lo stress, l’ansia, le emozioni negative, ma soprattutto ci sostiene nello sviluppo della consapevolezza piena di noi stessi, rendendoci più liberi, spontaneamente felici, più soddisfatti e con un pizzico di saggezza in più.

Ecco a voi alcuni esempi che potete provare già adesso. Anche soltanto 1 o 2 minuti sono sufficienti:

  1. Sedetevi e tenete i piedi a terra, chiudete gli occhi e ascoltate il vostro respiro. Quando siete pronti, portate la vostra attenzione alla posizione del vostro corpo, così come la sentite da dentro di voi. Ascoltate come siete appoggiati, il contatto con la sedia e il pavimento, ascoltate come le diverse parti del corpo sono in rapporto tra loro. Infine, provate a sentire tutto il corpo insieme, come un tutt’uno circondato dalla pelle. Respirate, ascoltate attimo per attimo, accogliete ciò che sentite.
  2. Mentre passeggiate, portate la vostra attenzione ai suoni attorno a voi. C’è forse qualche uccellino che canta? Il suono del vento oppure le auto che passano? Respirate e ascoltate i suoni, provando a sentirli come eventi sonori, non come “l’auto” o “il fiume”, un po’ come se fossero una musica del pianeta.
  3. Quando vi pettinate, chiudete gli occhi. Ascoltate il movimento del braccio che muove il pettine, il contatto di questo con i capelli, il movimento fra i capelli. Respirate e ascoltate le sensazioni che il corpo vi invia, senza che voi facciate niente per renderle diverse.
  4. Prendere il vostro piatto preferito e sedetevi di fronte. Tenete i piedi a terra. Chiudete gli occhi e ascoltate il profumo del vostro cibo, ascoltatelo attraverso i suoi profumi. Vi siete mai fermati a sentire veramente, con intensità, tutti i profumi che emana? Quando siete soddisfatti di questa esplorazione, sempre ad occhi chiusi iniziate a mangiarlo. Ascoltate dal movimento del braccio che lo prende, fino a quando arriva in bocca. Masticate con lentezza, respirate. Ascoltate tutti i sapori, le sensazioni del mordere, del deglutire. Siate pienamente attenti e senza giudizio.
  5. Infine, il diadema della meditazione: il respiro. Ogni tanto, quando siete in ansia, in attesa, felici, annoiati, insomma… in qualsiasi momento utile, fermatevi. Fermate ogni altra attività e ascoltate il vostro respiro. Prendetevi 1 minuto per ascoltare il respiro mentre entra e mentre esce dal corpo, mentre il corpo si riempie di aria e mentre si svuota. Senza fare nient’altro che ascoltare.

Vi auguro buona mindfulness!

Gianluca Ostuni
Gianluca Ostuni
Psicologo, Insegnante MBSR qualificato presso il Center for Mindfulness UMass (fondato da Jon Kabat-Zinn), Insegnante di Mindfulness Psicosomatica.

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