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Il centro del cuore è presenza amorevole – Quarto livello psicosomatico

Il cuore è presenza amorevole - Quarto livello psicosomatico - Mindfulness Sardegna

Continuiamo il nostro viaggio nei livelli psicosomatici con l’esplorazione del centro più importante per la crescita umana nella società attuale.

Il centro del cuore è una spazio di esperienza sconosciuto alla maggior parte delle persone, nei suoi livelli più profondi.

La caratteristica del cuore, il quarto livello psicosomatico, è la non interferenza, l’accettazione, che si esprime con un senso di unità interconnessa.

Amore e interconnessione

Quando si è pienamente presenti a se stessi non ci si percepisce separati o isolati degli altri, ma con gli altri, riconoscendo che il proprio centro è lo stesso che gli altri hanno. Il centro del cuore quindi non è mai solo, vive principalmente una dimensione orizzontale dove la nostra umanità si rivela come amore. Il cuore potrebbe pensare “io e l’altra persona siamo la stessa cosa, quindi la accetto come me stesso”.

Una persona con il cuore disponibile vive come se avesse tutti i pori della pelle aperti, è capace di non escludere l’aereo che passa sopra la sua testa, l’erba sotto le scarpe e il lontano orizzonte tutt’intorno a sé mentre è coinvolto in un’attività. La consapevolezza si apre e si espande oltre la finzione della separazione. Questo diviene impossibile se giudichiamo noi stessi e la realtà, condizione che separa l’esistenza in parti e la rende incompatibile con la felicità.

Nell’aprirsi dello spazio del cuore, ecco che ci sentiamo “Uno“, sia con noi stessi sia con tutta la vita. L’armonia viene avvertita in ogni attimo, in una compenetrazione fluida di sensazioni, pensieri e coscienza che trascende i limiti dell’individuo, proprio come l’orchestra è più della somma dei suoi musicisti.

Quando il centro del cuore è chiuso

La maggior parte delle volte il cuore si apre solo temporaneamente, magari in relazione ad una esperienza particolare, come un tenero innamoramento, o la realizzazione di un sogno; tuttavia ciò che è fondamentale per l’apertura del cuore non sono gli eventi esterni alla persona, ma quelli interni e in particolare la sua disponibilità a non utilizzare il senso di separazione creato dalla mente per vivere. All’inizio questa irreale separazione viene sciolta sul piano del nostro rapporto con il mondo sociale, le altre persone e gli viventi, per questo esso si rivela più direttamente nel cuore.

Quando riusciamo a scendere dal blocco della testa, o a sciogliere il blocco del terzo livello, si apre lo spazio imprevedibile e senza confini di una umanità non più individuale né collettiva, ma oltre l’identificazione eppure incarnata, sentita, odorata, gustata, udita e vista. In questa dimensione che senso hanno le divisioni poste dagli stati, dalle leggi, dalle discriminazioni?

Quando siamo in una relazione amorosa, spesso è così tanta la paura di essere abbandonati, traditi, offesi, che non appena l’amore si fa spazio concretamente subito i meccanismi di difesa con il loro bisogno di aumentare il senso di certezza, confine e distanza ci fanno entrare in pensieri come questo: “Non mi lascio più aperto, non aprirò più il cuore, perché se lo lascio libero chi lo terrà più? Ho troppa paura di soffrire”. Così una pietra tombale viene messa sulla vita.

Se il dolore passato ci ha portati a chiudere il centro del cuore, è necessario anche sottolineare che in ogni momento noi abbiamo la possibilità di riaprirlo. Il cuore infatti traduce la nostra identità primaria, dandoci la libertà di essere noi stessi.

Disvelare la presenza essenziale

Sul piano psicosomatico a proteggere il cuore è il pericardio, una guaina protettiva che avvolge il cuore.

Quando si esplorano i blocchi del cuore, spesso viene percepito come protetto da una barriera tesa, pesante, scura, impenetrabile, che conserva memorie di dolore, ferite della nostra infanzia, emozioni pesanti, traumi. Prima di poter accedere a questa dimensione di unità è spesso necessario passare attraverso questo memorie, scioglierle, liberarle.

Sul piano energetico il cuore ha relazioni con dirette con tutti gli altra chakra principali, ha quindi un ruolo centrale per il sistema energetico. Un cuore energeticamente aperto viene vissuto come pieno, spesso di colore rosso acceso, l’atteggiamento corporeo assume connotati più rotondi, morbidi, fluidi, il torace riesce ad espandersi e svuotarsi bene insieme alla respirazione, la pelle diventa più colorita.

Essere nel cuore significa essere in contatto con se stessi. Presenza significa vivere nel presente chi si è, vivendo coerentemente, armonicamente, a questo disvelamento identitario.

Il passato è andato con i suoi errori e dolori, il futuro non è auspicato per migliorare le cose, il presente è amato così come viene dato, con noi stessi immersi dentro.

Ricordarsi di sé è la funzione evolutiva che il quarto livello pone all’essere umano. Ricordarsi di sé dona una enorme dignità, quella di riconoscersi parte dell’universo, essere umano e spirituale insieme, essere incarnato e divino.

Riaprire il cuore è quindi la vera chiave di volta per una vita totale e realizzata.

 

 

 

Gianluca Ostuni
Gianluca Ostuni
Psicologo, Insegnante MBSR qualificato presso il Center for Mindfulness UMass (fondato da Jon Kabat-Zinn), Insegnante di Mindfulness Psicosomatica.

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